Riportiamo di seguito ampi stralci tratti dall’articolo “Recupero crediti, le banche non rinunciano al tribunale”, pubblicato su “Il Sole 24 Ore”, domenica 8 Luglio 2018, a firma di Giovanni Negri. L’articolo si incentra su due questioni: la prima è attinente al vincolo che vige tra i tempi di recupero dei crediti e l’assegnazione di finanziamenti da parte degli istituti bancari. La seconda concerne la questione vincolo recupero crediti e banche, le differenze nella durata delle procedure esecutive nei tribunali italiani.
È stretto il legame che corre tra tempi di recupero dei crediti ed erogazione dei finanziamenti da parte delle banche. Se queste ultime possono contare su procedure più rapide e certe a guadagnarne saranno anche le imprese. Un’ovvietà che ha guidato i più recenti interventi in materia di diritto dell’economia. Al centro quegli Npl, o crediti deteriorati, che hanno minato nel tempo i bilanci degli istituti di credito obbligandoli a pesanti rafforzamenti di capitale. Ma se il tema è cruciale, a mancare, paradossalmente, è un primo bilancio delle misure messe in campo.
Nel biennio 2015-16 sono state introdotte modifiche assai significative alla disciplina delle procedure di esecuzione immobiliare con l’obiettivo di abbreviarne i tempi. In particolare nel 2015 sono stati ridotti alcuni termini processuali e sono state modificate le modalità di svolgimento delle vendite, rendendo più flessibile la formazione dei prezzi (può essere offerta una somma inferiore al prezzo indicato nell’avviso di vendita).
Gli effetti delle innovazioni normative sono maggiori per la vendita: le quote di procedure con tale fase chiusa entro un anno ed entro 18 mesi dall’inizio delle operazioni sono aumentate rispettivamente dall’8 al 21% e dal 17 al 36%. Si stima in questo modo che la durata mediana della fase di vendita si sia quasi dimezzata. Emergono però differenze elevate nella durata delle procedure esecutive immobiliari tra tribunali, che potrebbero anche riflettere fattori di natura organizzativa e gestionale. Si è assistito a una importante accelerazione nei tempi di fissazione delle udienze, considerando che il numero delle procedure da fissare si è ridotto, in soli 4 mesi, del 41,86%, che attualmente sono da fissare 18.791 procedure rispetto alle 32.323 della fine del 2017. L’utilizzo di strumenti stragiudiziali per il recupero crediti appare però ancora limitato.