La diseguaglianza continua ad aumentare. Per la prima volta in 25 anni aumentano simultaneamente estrema ricchezza ed estrema povertà.
Questo è il succo del nuovo report “La disuguaglianza non conosce crisi”, presentato dall’organizzazione non governativa Oxfam al World Economi Forum di Davos, in relazione alla concentrazione delle ricchezze.
Nel biennio della pandemia 2020-2021 l’1% più ricco ha visto crescere il valore dei propri patrimoni di 26.000 miliardi di dollari, in termini reali, aggiudicandosi il 63% dell’incremento complessivo della ricchezza netta globale (42.000 miliardi di dollari) e battendo il record dell’intero decennio 2012-2021.
Nella piramide distributiva della ricchezza, dal 2020 ad oggi, un miliardario ha aumentato, in media, il proprio patrimonio di circa 1,7 milioni di dollari per ogni dollaro di incremento patrimoniale di una persona collocata nel 90% meno abbiente.
“Mentre la gente comune fa fatica ad arrivare a fine mese, i super-ricchi hanno superato ogni record nei primi due anni della pandemia, inaugurando quelli che potremmo definire i ruggenti anni ’20 del nuovo millennio. – ha dichiarato Gabriela Bucher, direttrice esecutiva di Oxfam International – Crisi dopo crisi i molteplici divari si sono acuiti, rafforzando le iniquità generazionali, ampliando le disparità di genere e gli squilibri territoriali. Pur a fronte di un 2022 nero sui mercati a non restare scalfito è il destino di chi occupa posizioni sociali apicali, favoriti anche da decenni di tagli alle tasse sui più ricchi, che ne hanno consolidato le posizioni di privilegio. Un sistema fiscale più equo, a partire da un maggiore prelievo sugli individui più facoltosi, è uno degli strumenti di contrasto alle disuguaglianze.”
Dalle recenti analisi, gli esorbitanti profitti societari hanno avuto un ruolo predominante nella crescita dell’inflazione in Australia, Stati Uniti e Regno Unito.
Dall’altra parte della piramide almeno 1,7 miliardi di lavoratori vivono in Paesi in cui l’inflazione supera l’incremento medio dei salari e oltre 820 milioni di persone – circa 1 persona su 10 sulla Terra – soffrono la fame.
I big dell’energia e le multinazionali del cibo
Nei settori energetico e agro-alimentare la ricchezza dei miliardari nel 2022 è aumentata tanto che 95 aziende appartenenti all’ambito dell’energia e alle multinazionali del cibo hanno più che raddoppiato i propri profitti rispetto alla media del quadriennio 2018-2021, versando 257 miliardi di dollari (l’84% degli extraprofitti realizzati) a ricchi azionisti.
Il più grande aumento di diseguaglianza
Secondo la Banca Mondiale, questo è probabilmente il più grande aumento di disuguaglianza e povertà globale dal secondo dopoguerra. Interi Paesi rischiano la bancarotta e quelli più poveri spendono oggi 4 volte di più per rimborsare i debiti rispetto a quanto destinano per la spesa pubblica in sanità. Tre quarti dei governi del mondo (148 Paesi) stanno inoltre pianificando tagli alla spesa pubblica – anche per la sanità e l’istruzione – per 7.800 miliardi di dollari nel quinquennio 2023-2027.
La situazione in Italia
Tra il 2005 e il 2021 la quota di famiglie in povertà assoluta rispetto al totale è più che raddoppiata. A peggiorare la situazione è l’aumento dell’inflazione che ha eroso il potere d’acquisto delle famiglie con una caduta dei salari reali pari al 6,6% nei primi nove mesi del 2022.