“Più che all’usura, bisogna guardare ad altri modi con cui la criminalità aggredisce l’economia, con volumi d’affari molto più grandi, meccanismi più complessi.”
A sostenerlo è il prefetto Vittorio Rizzi, vice capo della polizia e coordinatore dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sul rischio di infiltrazione nell’economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, istituito con decreto dal capo della Polizia per mettere insieme tutte le forze e valutare con frequenza i pericoli creati dalla pandemia nella società e nell’economia.
Il prefetto Vittorio Rizzi, nell’ambito di una nuova intervista del 15 Gennaio 2021 a “La via libera”, la rivista fondata da Libera e Gruppo Abele, ha dichiarato che le organizzazioni criminali più pericolose “Ora dispongono di fondi di investimento, cercano di rilevare enormi asset industriali, usano i non performing loans (Npl)”.
Parliamo quindi del mondo dei crediti deteriorati, quelli che difficilmente possono essere saldati, la cui compravendita è uno strumento di investimento, ma anche di riciclaggio.
Secondo l’organismo di monitoraggio, “è presumibile che le organizzazioni criminali possano inserirsi nel mercato dei crediti deteriorati, ricorrendo a prestanome e società di copertura e approfittando di alcuni varchi offerti dal mercato e dalla normativa”, ad esempio inserendosi nel settore del recupero dei crediti “per conto degli investitori che li abbiano comprati dalle banche”. Esistono già casi noti?
“Abbiamo notizie certe su criminali che hanno investito in fondi – spiega il prefetto Rizzi –. È un argomento che trattiamo, ma rimane accademia perché nel momento in cui lo scopriamo è tardi ed è legale”.