La bandiera iraniana presenta tre fasce orizzontali di colore verde, bianco e rosso. Ogni colore ha un valore simbolico: il verde simboleggia l’Islam, il bianco la pace e il rosso il coraggio. Il vessillo iraniano ha sempre recato al centro l’effige di un leone che impugna una spada, simbolo dell’antico regno persiano e simbolo di forza e di conquiste. Il 29 luglio del 1980, all’indomani della Rivoluzione Islamica, tuttavia, la bandiera cambia aspetto. Il leone al centro dello stendardo, innanzitutto, viene sostituito con un simbolo che ha diversi significati: quattro lune crescenti che incrociano, nel mezzo, una spada. Questo è anche il simbolo stilizzato della parola “Allah”.
La Repubblica Islamica è tra le prime 20 economie mondiali (la seconda nel Medio Oriente).
La pluralità di fattori positivi che contraddistinguono l’Iran ha costituito nel tempo un punto di richiamo per le aziende italiane.
La composizione demografica della popolazione, l’alto livello di alfabetizzazione e istruzione, vale a dire un mercato di poco meno di 80 milioni di abitanti di cui più del 60% sotto i 30 anni, la posizione geografica strategica (crocevia tra Oriente e Occidente), l’abbondanza di risorse naturali: quarto produttore di petrolio al mondo e secondo per riserve di gas naturale. Inoltre la presenza di una rete sufficientemente sviluppata di infrastrutture, trasporti e telecomunicazioni.
La collaborazione economica italo – iraniana, può tuttora beneficiare di un quadro di conoscenza e fiducia reciproca che l’Italia si è guadagnata nel corso di decenni di apprezzate attività delle imprese nazionali, in particolare nei settori seguenti: energetico petrolifero, petrolchimico, siderurgico, meccanico, infrastrutturale e dei trasporti.
“L’Iran è entrato nel Novecento con i buoi e l’aratro di legno. Ne è uscito con le acciaierie, una percentuale di incidenti automobilistici tra le più alte al mondo e, tra lo sgomento di molti, un programma nucleare. Pur attraverso tutti i mutamenti, la geografia e l’identità dell’Iran sono rimasti straordinariamente costanti. Gli iraniani di oggi vivono più o meno all’interno degli stessi confini dei loro bisnonni”, Ervand Abrahamian, “Storia dell’Iran. Dai primi del Novecento a oggi”.
Nel contesto Ue, l’Italia si conferma tra i principali partner commerciali dell’Iran. Nel 2017 l’interscambio ha raggiunto i 5,1 miliardi di euro (l’Italia e’ stato il primo partner tra i Paesi della zona euro); nel 2018, il volume dell’interscambio e’ stato di 4,6 miliardi di euro.
In Iran c’è una forte richiesta di Made in Italy. Il prodotto Italiano è identificato come alto di gamma e siamo al terzo posto dopo Cina e Turchia.
In Iran le imprese italiane, i liberi professionisti, come debbono agire per recuperare dei crediti?
Nella Repubblica Islamica dell’Iran i rapporti tra privati vengono disciplinati principalmente dal Codice Civile – strumento giuridico di ispirazione napoleonica ma basato sulle fonti di diritto islamico – e sui principi della scuola giuridica sciita imamita.
Il potere giudiziario iraniano viene esercitato dalle Corti di Giustizia sia in base alla legislazione nazionale sia in base ai principi islamici ed è caratterizzato da tre gradi di giudizio.
Il primo grado è rappresentato dalle Corti comuni di prima istanza, a cui competono tutte le controversie in ambito civile e penale.
Il secondo grado di giudizio spetta alle Corti comuni d’appello, una per ognuna delle 30 province iraniane, a cui compete la decisione sulle sentenze rese dai tribunali di primo grado.
Ultimo grado di giudizio, che opera solamente nei casi previsti dalla legge, è quello della Corte Suprema, che conta tre diverse sedi (una a Teheran, una a Qom e una a Mashhad), a cui riguarda la verifica di legittimità sulle sentenze emanate dalle corti inferiori. Possono essere sottoposti al controllo della Corte Suprema in ambito civile i casi di valore superiore a Rial 20.000.000,00 (circa Euro 400,00).
Se dovesse essere avviato un contenzioso avanti l’Autorità Giudiziaria iraniana per il recupero del credito, la normativa applicata dal giudice nel procedimento potrà essere solamente quella locale, non essendo consentita in Iran l’applicazione di una legge straniera in un giudizio ordinario.
Tutte le persone fisiche e giuridiche straniere hanno diritto di accedere alla Giustizia locale: da notare che l’accesso alle corti, a differenza che nella stragrande maggioranza delle nazioni, può essere effettuato anche in via autonoma, e cioè senza il patrocinio di un legale, ma questa pratica è ormai quasi abbandonata e comunque sconsigliata.
L’inizio di un’azione legale nel Paese è un lavoro arduo. Il recupero di un credito deve essere affrontato in modo speciale e con accortezza.
Il recupero di un credito deve prevedere i seguenti passaggi:
Analisi documentale ed eventuale raccolta di proposte e riconoscimento di debito;
Ricerca di ogni entità materiale o immateriale del debitore;
Risposte alle obiezioni e gestione delle controversie anche di natura tecnica relativa alla fornitura;
Riunione con il debitore finalizzato ad un accordo transattivo o ad un piano di rientro;
Minaccia di azioni legali e stesura di un atto di citazione.
Tutto ciò in via prettamente extragiudiziale declinando, in ogni modo, l’introduzione di una procedura monitoria (procedimento monitorio, quello con cui il giudice, senza udire la parte debitrice, attribuisce al creditore un titolo esecutivo, al fine di evitare le spese di un regolare giudizio).
Fonti:
https://iran.it/home/informazioni-sulliran/stato-e-politica/bandiera/
http://www.infomercatiesteri.it/paese.php?id_paesi=104#slider-5
https://www.invenium.it/focus-paese-il-recupero-dei-crediti-in-iran/
https://www.filodiritto.com/il-recupero-di-un-credito-iran
Ervand Abrahamian, “Storia dell’Iran. Dai primi del Novecento a oggi”, Feltrinelli, 201, p. 3