Si muore con un contratto di lavoro a tempo determinato di soli sei giorni.
La Madonna che tiene in grembo il corpo del figlio morto.
Il mondo intero, tramite i tradizionali mezzi di informazione e la Rete, ha seguito per diciassette giorni (dal 23 Giugno al 10 Luglio) la vicenda della squadra di calcio tailandese composta da 12 ragazzi (tra i 12 e i 16 anni) e un adulto, l’allenatore, che era rimasta intrappolata nella grotta di Thuam Luanga nel nord della Thailandia.
Sempre il mondo intero dovrebbe sapere che in Italia, pochi giorni fa, è deceduta una persona mentre lavorava in un deposito di marmo nei pressi del porto di Carrara, in Toscana. La persona scomparsa si chiamava Luca Savio, 40 anni, sposato e padre di una bambina di 8 anni. Luca aveva un contratto di sei giorni. Nelle ultime settimane nel dibattito politico si evoca spesso la parola dignità. Vi è dignità in questa vicenda? Si dovrebbe lavorare in sicurezza, ricevere una formazione adeguata alla mansione e non affidarsi all’approssimazione.
Negli ultimi tre anni il marmo ha preso la vita di nove persone. Il marmo di Carrara è una eccellenza del nostro Paese. Una storia antica. Molti scultori, nel corso dei secoli, hanno utilizzato il marmo di Carrara per realizzare delle opere d’arte. Un nome? Michelangelo Buonarroti.
E’ triste, forse retorico, pensare ad una materia che nel contempo genera vita (un’opera d’arte, una scultura) e conduce alla morte. Luca Savio è stato travolto da un blocco di marmo. Pace per lui e vicinanza alla famiglia.
Marica Corvi
Fonte:
Marco Gasperetti, Travolto da un blocco di marmo. Aveva un contratto di sei giorni, “Corriere della Sera”, p.18, Giovedì 12 Luglio 2018,