Lo scorso 20 Giugno, alla Camera dei Deputati, è stato presentato dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) il Rapporto Annuale 2019. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica è dal secondo semestre del 2018 che l’Italia avanza con fatica e c’è una probabilità, “relativamente elevata” che il PIL sia in riduzione nel secondo trimestre dell’anno in corso. All’inizio del 2019 sono emersi alcuni indicatori postivi e nel primo trimestre la produzione industriale ha marcato una variazione congiunturale positiva anche se non sufficiente a capovolgere la tendenza: una crescita vicina allo zero. Si accentua il divario tra Nord e Sud del Paese e la debolezza del potere d’acquisto delle famiglie e dei singoli individui.
In questo contesto concentriamo l’attenzione riguardo allo stato dell’arte del mercato dell’energia elettrica negli ultimi cinque in merito alle fatture non pagate: quante persone pagano nei termini le bollette di energia elettrica?
È importante tratteggiare una tendenza per comprendere quanto attiene al mercato delle compagnie di servizi in termini di gestione del credito.
Per quanto concerne il periodo 2012-2017 il primo dato è relativo alla percentuale di consumatori che non hanno rispettato i termini di pagamento a seconda del modello di utente, ripartendo il cliente in: Domestico a bassa tensione (BT), Altri usi (BT) e Altri usi a media tensione (MT).
La percentuale di utenti “MT Altri usi” con ritardi nei pagamenti ha registrato una riduzione drastica, dal 37,8% del 2012 al 14,8% del 2017, la categoria “BT Domestici” ha segnato un discreto aumento dall’ 11,5% al 21,9%, e perciò una crescita della rischiosità del credito sui privati.
Permane stabile il cluster “BT Altri usi” che cala del 2,1% nel periodo 2012-2017. Se lo stesso dato viene utilizzato per tipologia di mercato notiamo come sia quello a maggior tutela che quello libero hanno fatto registrare degli aumenti (+ 6,1% vs +3,7%), disponendosi rispettivamente al 17,1% per il primo ed il 25,5% per il secondo (2017).
Tenendo come ripartizione e la tipologia di mercato ed analizzando la percentuale di fatture non pagate entro i termini rileviamo come il trend di peggioramento sia confermato per entrambi i mercati (maggior tutela e libero) con quello a maggior tutela che passa dal 11% al 16,8% e quello libero che si sposta invece dal 21,8% al 25,2% nel 2017.
A livello di importi complessivi cambia di poco la percentuale di scaduti per entrambe i mercati con un orientamento in miglioramento per il mercato libero (dal 16,8% al 12,9%) ed in decadimento per quello tutelato (dall’ 11,9% al 16,1%).
Per quanto attiene alla composizione del portafoglio crediti del settore dell’energia elettrica per anzianità del credito. Un dato sicuramente considerevole è l’aumento della percentuale di crediti a lungo termine (180 giorni) che passa dal 60% del 2012 al 71,1% del 2017.
Dall’altra parte diminuiscono i crediti tra i 30 ed i 180 giorni (da 23,9% a 14,2%) e quelli minori di 30 giorni (da 16,1% a 14,6%). Per avere un quadro più completo dei numeri congiunti a queste percentuali si parla di un credito complessivo del mercato di energia elettrica di 5,5 mld nel 2012 e di 5,8 mld nel 2017; il trend nel periodo è invece mutevole seppur con un aumento tra inizio e fine del periodo preso in esame.
Se si va infine a proiettare il dato della composizione del credito per tipologia di utente notiamo come i crediti di anzianità minore siano quelle della categoria “BT domestici” che nel 2017 si suddivide tra il 57,8% di crediti a lungo termine, il 17% a medio termine ed il 25,2% a breve termine. A seguire i clienti “BT Altri usi” (74,4% a lungo termine, 13,7% a medio termine e 11,9% a breve termine) ed infine i clienti “MT Altri usi” (77,2% a lungo termine, 12,8% a medio termine e 10% a breve termine). In ordine di suddivisione dei crediti per tipologia di utente sono invece i “BT Altri usi” a rappresentare gli importi maggiori con 2,9 mld di euro nel 2017, contro gli 1,5 mld dei “MT Altri usi” ed infine i 1,4 mld dei “BT domestici”.
L’analisi dei dati sulla morosità per il settore dell’energia elettrica consente di individuare due punti focali, ovvero: l’aumento del rischio di credito sui clienti privati e quindi sulle utenze domestiche e la crescita del livello di anzianità dei crediti per il settore. Riguardo al primo punto un miglioramento della fase di prevenzione sulle persone fisiche è sicuramente una delle vie praticabili per ostacolare l’orientamento; se in ambito imprese i mezzi sono più elaborati, la valutazione preventiva sulle persone fisiche è più complicata.
In rapporto all’aumento dell’anzianità dei crediti è sicuramente augurabile un’azione più rapida di recupero del credito per evitare che questo si trasformi in effettiva sofferenza, con tutto ciò che ne scaturisce in termini di recuperabilità.
Fonti:
Roberto Petrini, Il Pil verso crescita zero e aumenta il divario Nord-Sud, “la Repubblica”, Venerdì 21 Giugno 2019, p.4