Del recupero crediti si parla poco e male.
Nell’immaginario collettivo questo settore è spesso circondato da un alone negativo. Si tende ad identificare l’esattore come una figura petulante, insistente, vessatoria, addirittura al limite della liceità. Fino ad arrivare a dipingerlo come l’aguzzino che si approfitta della povera gente. Lo si immagina come quello che arriva e pignora i mobili di casa, il televisore, l’automobile.
Insomma quei beni che l’onesto cittadino stava cercando di pagare col sudore del suo lavoro. I più magnanimi lo immaginano senza arte ne parte, al telefono, che cerca di spillarti dei soldi. È una rappresentazione semplicistica, ma soprattutto falsa. Che ribalta la realtà. Quella del debitore che non riesce o non vuole onorare i propri debiti e dell’operatore che cerca di offrire soluzioni bonarie. Il lavoro di recupero crediti è complesso e richiede grande professionalità e formazione continua. Conoscenza di elementi di diritto, di nuovi decreti, delle leggi che tutelano i creditori e i debitori, con cui argomentare anche con avvocati e commercialisti, non solo con semplici cittadini.
E soprattutto di grandi capacità relazionali che lo portano a trattare con persone di diversissima estrazione sociale, culturale e professionale. Il punto di forza, e contestualmente la difficoltà, è la capacità di passare velocemente da una pratica all’altra, a volte diversissime tra loro, cercando di trovare un accordo, un punto di caduta, tra debitore e creditore anch’essi molto diversi gli uni dagli altri.
Quello che manca è una nuova percezione di questa professione. Un restyling che le restituisca dignità e la ricollochi in una più corretta posizione di professionalità, come in realtà è, e non nell’ambito di improvvisazione, come troppo spesso ora viene percepito. Ridisegnare la figura dell’operatore di recupero crediti è una priorità doverosa soprattutto nei confronti dei collaboratori che ogni giorno ci mettono la faccia e la voce per scrivere la parola fine a pratiche ormai vetuste e mai risolte.
Leonilde Gambetti